Il Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes giunge quest’anno alla sua 28a edizione. Un appuntamento ormai quasi trentennale che conferma l’impegno degli organismi della Conferenza Episcopale Italiana coinvolti, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Fra statistiche aggiornate e approfondimenti, uno sguardo alla comunicazione. E al “caso Twitter” italiano: l’animosità verso papa Francesco.
Noi tutti sperimentiamo il rischio di appiattire la narrazione della mobilità umana sul solo piano dell’emergenza profughi e rifugiati. Pur presentandosi come una situazione umana ed emotiva di grave urgenza, che richiede risposte adeguate verso centinaia di migliaia di persone, può condurre – e spesso conduce – ad ignorare la varietà di vite e di situazioni che caratterizza gli oltre 5 milioni di cittadini stranieri che vivono e lavorano ogni giorno in Italia, compresi coloro che, rifugiati con qualsiasi forma di protezione, negli anni sono entrati nel tessuto sociale italiano.
Il tema della nuova edizione del Rapporto Immigrazione riprende il medesimo della 105a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, “Non si tratta solo di migranti”. Si è trattato di una sfida importante. All’interno del Rapporto Immigrazione, infatti, il tema non è ripreso soltanto passivamente, ma è di ispirazione per tutti i contenuti della pubblicazione. Fra le chiavi del lettura del tema, quella che vuole che alcune criticità – l’esclusione sociale, lo “scarto” che colpisce gli ultimi – non riguardano soltanto la popolazione migrante, ma da sempre anche quella italiana. Così come ad accomunare cittadini italiani e cittadini stranieri non sono soltanto le difficoltà, ma ancora di più le capacità, le gioie e i sogni del quotidiano.
Se “non si tratta solo di migranti”, mai come in questa edizione del Rapporto Immigrazione si parla dell’Italia e della società italiana, pur mantenendo il consueto sguardo specifico all’immigrazione. Nel volume trovano spazio le tendenze più aggiornate in tema di mobilità umana a livello mondiale ed europeo, riservando maggiore dettaglio al contesto italiano, attraverso i cittadini stranieri che risiedono in Italia e i diversi ambiti di vita che li vedono coinvolti accanto ai cittadini italiani: il lavoro, la famiglia, la scuola, la salute, la forme di devianza, l’appartenenza religiosa, la comunicazione e i social media.
Una delle scelte operate con convinzione è stata quella di allargare lo sguardo oltre la ricerca in senso più tradizionale, arricchendo il nuovo Rapporto Immigrazione con riflessioni inedite in tema di immigrazione offerte da alcuni protagonisti della scena culturale e sociale italiana, grazie al lavoro del giornalista di Avvenire Nello Scavo: la senatrice Liliana Segre, che con la sua stessa vita testimonia quale può essere la deriva ideologica che spinge a vedere nell’altro un ostacolo, se non addirittura un nemico; il prof. Mario Morcellini, brillante accademico e Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che, da grande esperto di comunicazione, individua proprio nel tema migrazioni la più radicale divaricazione fra realtà e percezione; il filosofo Massimo Cacciari, con una breve analisi del contesto europeo e del significato di Europa, dei rischi della sue chiusure, con uno sguardo speciale al Mediterraneo. Non da ultimo, un importante spunto di riflessione giunge dalla Prefazione al volume a firma del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che evidenzia il ruolo dell’educazione nella società italiana per il miglioramento dell’attuale clima sociale, anche in riferimento alle migrazioni.
Accanto alle analisi più schiettamente quantitative e statistiche, si colloca una serie di approfondimenti, tutti ispirati dal tema del Rapporto: il racconto di un piccolo territorio, a suo modo una “periferia”, l’Irpinia, che unisce cittadini italiani e stranieri e che può essere un caso emblematico a livello nazionale, dal punto di vista sociale e delle coscienze; il racconto di un progetto che unisce genitori italiani e stranieri, chiamati ad affrontare le medesime sfide educative con i propri figli adolescenti; la doppia emarginazione alla quale rischiano di andare incontro i migranti se malati nel corpo o nella mente: doppia perché vivono la medesima emarginazione dei malati italiani, con l’aggiunta dell’essere percepiti come “stranieri”; un esame dei possibili limiti del Reddito di cittadinanza; l’importante e delicata presenza di sacerdoti, religiosi e religiose stranieri in Italia: quanto compresa nel suo significato di cattolicità e nel valore missionario? E quanto è compreso quello dei laici cattolici di altre nazionalità? Infine, l’analisi di un particolare caso social a livello internazionale nel quale si distingue l’Italia: l’animosità, talvolta violenta, mossa al Pontefice attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, in particolar modo Twitter, tale da configurare l’Italia addirittura come caso specifico a livello internazionale.
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1 commento su “XXVIII Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes 2018-2019. Non si tratta solo di migranti”