Dalla Conferenza episcopale statunitense, al suo (presunto) Presidente, all’Italia. Tutto ruota attorno al nuovo vaccino Johnson & Johnson: il tema fa gola, ma c’è un errore.
«L’approvazione del vaccino Covid-19 di Johnson & Johnson per l’uso negli Stati Uniti solleva ancora una volta dubbi sull’ammissibilità morale dell’uso di vaccini sviluppati, testati e/o prodotti con l’aiuto di linee cellulari derivate dall’aborto», si legge in un comunicato diffuso da due vescovi statunitensi, mons. Kevin C. Rhoades, vescovo di Fort Wayne-South Bend, e mons. Joseph F. Naumann, arcivescovo di Kansas City. Nel comunicato si fa espressamente riferimento alla nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19 del 21 dicembre scorso. «La Congregazione per la Dottrina della Fede ha ritenuto che “quando i vaccini Covid-19 eticamente ineccepibili non sono disponibili… è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione“. Tuttavia, se si può scegliere tra vaccini Covid-19 altrettanto sicuri ed efficaci, dovrebbe essere scelto il vaccino con il minor legame con le linee cellulari derivate dall’aborto. Pertanto, se si ha la possibilità di scegliere un vaccino, i vaccini di Pfizer o Moderna dovrebbero essere scelti rispetto a quelli di Johnson & Johnson». Fin qui il comunicato stampa.
Ha poi inizio il gioco dei rilanci sulla stampa. Il quotidiano britannico online Independent riprende il comunicato, attribuendolo genericamente alla Conferenza episcopale statunitense (USCCB). Più precisamente, come detto, il comunicato è invece diffuso dai vescovi Rhoades e Naumann in qualità, rispettivamente, di presidente del Comitato per la dottrina della Conferenza episcopale statunitense e presidente del Comitato per le attività pro-life della stessa Conferenza episcopale. Poco male, in fondo, perché i due organismi sono pur sempre al servizio dei vescovi americani.
Ma non basta. In Italia la notizia è ripresa dal quotidiano a distribuzione gratuita Leggo, che titola: Vaccino Covid, i vescovi Usa: «Evitate quello di Johnson & Johnson». La motivazione choc. Nell’articolo si legge: «Come riporta l’Independent, infatti, il vescovo Kevin Carl Rhoades, presidente dell’USCBB, ha chiesto ai cattolici di prediligere, ove sia possibile scegliere, i vaccini di Pfizer e Moderna». Mons. Rhoades, però, non è presidente della Conferenza episcopale statunitense (ruolo ricoperto dal 12 novembre 2019 dall’arcivescovo José Horacio Gómez), ma soltanto di uno dei suoi comitati. L’articolo prosegue: «La motivazione è la seguente: “Per realizzare il vaccino, Johnson & Johnson ha utilizzato cellule fetali ricavate grazie agli aborti. Scegliere il vaccino di J&J è assolutamente immorale“.
Vescovi Usa in rotta di collisione con la Congregazione per la Dottrina della Fede, dunque? Non proprio, perché la condanna circa l’«assoluta immoralità» del vaccino Johnson & Johnson non è presente nel comunicato. Un errore nella rilettura della notizia, certamente, con o senza malizia, ma che potrebbe propagarsi sull’onda dell’infuocato clima statunitense, alimentando nuove fake news.
Aggiornamento 3 marzo
Come prevedibile, il comunicato stampa delle due Commissioni della Conferenza episcopale statunitense è stato ripreso anche da altre testate italiane. Non, però, nella sua forma originale, bensì – paradossalmente – in quella diffusa da Leggo. Titola, ad esempio, Libero: Vaccino, i vescovi Usa contro Johnson & Johnson: “Non usate quel siero, ecco cosa contiene”. Che nell’articolo scrive: «”Non fate il vaccino di Johnson & Johnson”: i vescovi degli Stati Uniti hanno lanciato questo appello al mondo cattolico»; e: «Come riporta l’Independent, è stato il vescovo Kevin Carl Rhoades, presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti…»; e ancora: «Come mai questo appello? “Per realizzare il vaccino, Johnson & Johnson ha utilizzato cellule fetali ricavate grazie agli aborti. Scegliere il vaccino di J&J è assolutamente immorale”». Di errore in errore, il viaggio della fake news prosegue.
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