Ovvero, di un Papa in silenzio e di un campione anti-spettacolo. Quando sottrarre, ma non sottrarsi, in un mondo che aggiunge.
silenzio
Benedetto XVI. Ciò che non potrei portare da solo
C’è una citazione nella nuova esortazione apostolica di Francesco, Gaudete et exultate, che sembra tracciare un arco fra l’inizio e la fine del pontificato di Benedetto XVI. Si tratta della prima citazione non biblica, alla nota n. 1, tratta dall’omelia per il solenne inizio del ministero petrino di Ratzinger, il 24 aprile 2005. «Siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio», disse allora Benedetto XVI e ricorda oggi Francesco. «Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta».
Papa Francesco, ad Auschwitz in silenzio di fronte all’horror vacui
«Nessun maestro mi aveva avvisato che il silenzio poteva essere nefasto, malefico, che poteva condurre l’uomo a mentire a tradire, che poteva frantumare e spezzare l’uomo invece di cementarlo. Dopo le grida, i colpi e l’obbligo di restare in piedi, il silenzio. L’angoscia dilagò. Capivo che il silenzio era una tortura più raffinata, più brutale degli interrogatori». Così Elie Wiesel, scrittore ebreo di origini rumene, premio Nobel per la pace, scampato all’Olocausto e scomparso ad inizio luglio, nel suo Testamento di un poeta ebreo assassinato. Un silenzio concepito come vuoto, moderno horror vacui psicologico, filosofico, esistenziale.
Ode di fine anno alla bussola, dove la Chiesa si fa prossima
Comunicación y reflexión. Intervista a Fr. Jorge Enrique Mújica, LC
Disponible también en lengua española. Fr. Jorge Enrique Mújica, LC, è un religioso di voti perpetui della congregazione dei Legionari di Cristo. È stato coordinatore della sezione spagnola dell’ufficio stampa del Centro di Studi Superiori di Roma, dove fu anche professore. Autore del blog Actualidad y Análisis, analista di temi della comunicazione istituzionale e del rapporto internet-fede, giornalista su testate digitali e a stampa, infoeticista e membro del gruppo di investigazione Biomedi@ della facoltà di bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, collaboratore occasionale di programmi radiofonici. Attualmente studia teologia a Roma.
Ciberlegionario, «webpastor», apostolo 2.0, cappellano digitale, catho-geek, ha risposto ad alcune domande su Chiesa e comunicazione. Con uno spazio per il silenzio e il nuovo jihadismo digitale. A Fr. Mújica va il mio cordiale ringraziamento per avermi dedicato parte del suo tempo.