Dignitas infinita, la nuova dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede, interviene sui mali contemporanei che feriscono la dignità umana. E scontenta molti. In questo caso, buon segno. Una sintesi e alcune chiavi di lettura.
povertà
Giovani e poveri. Le questioni ancora sul tavolo dopo Lisbona
Mentre i riflettori si spengono sulla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona e già si accendono sull’appuntamento di Seoul 2027, alcune questioni rimangono da affrontare. Su tutte, proprio la condizione delle nuove generazioni, ostaggio di tante povertà.
Hart Island, non solo fosse comuni: la nostra società si prepara alla morte silenziosa dei suoi scartati
La sua storia è vecchia di quasi 160 anni, ma il grande pubblico ha scoperto l’esistenza di Hart Island soltanto in questi giorni. Un’immagine che stride con l’ostentata modernità della città più all’avanguardia degli Stati Uniti, New York. Che si sta preparando alla morte silenziosa di quanti vivono ai margini della società che la abita.
Amore, unica laetitia nel dolore delle migrazioni
«La mobilità umana, che corrisponde al naturale movimento storico dei popoli, può rivelarsi un’autentica ricchezza tanto per la famiglia che emigra quanto per il paese che la accoglie»1. L’esortazione apostolica Amoris laetitia, papa Francesco e le migrazioni. E quella Comunione ricevuta indegnamente non solo dai divorziati risposati…
Emigrazione. La follia di chi parte, l’amore di chi accoglie
Ogni flusso migratorio ha conosciuto la follia, nelle forme del disagio psicologico, della depressione, dei disturbi somatici. Una sofferenza nascosta tanto quanto chi ne è afflitto, nella volontà o necessità di mantenersi invisibile. Se è vero che ogni storia di migrazione è storia a sé, è vero anche che ogni storia presenta degli elementi in comune, spesso tragici, il cui riproporsi attraversa sostanzialmente immutato le epoche. Effetto della fallimentarietà di molte esperienze emigratorie, la malattia psichica era allora come oggi tanto insidiosa quanto gravata dallo stigma sociale, eppure così silenziosamente diffusa, tanto e più gravemente fra coloro che lasciarono e continuano a lasciare la propria terra di origine, nella misura in cui la separazione, il viaggio e l’incognito che li accoglie all’arrivo generano negli emigrati la rottura degli equilibri di una vita, per quanto precaria.