Il 2017 sembra essere stato preparato da mani sapienti per farci assistere all’incontro di tre grandi momenti storici fra loro molto diversi, eppure così legati. Un anno a tre voci, che parlano all’uomo, alla Chiesa e al cuore.
Comunismo
Combatto il peccato, non le vittime. Così Popiełuszko salvò le croci buttate
Profeta politico che non parlò di politica, difensore dei lavoratori e della libertà, ma soprattutto sacerdote e martire nella Polonia comunista. È Jerzy Popiełuszko. La sua lezione di misericordia è oggi chiara e di straordinaria attualità. Un santo scomodo, ancora oggi.
La Cracovia di Wojtyła. Nowa Huta, la città senza Dio salvata dalla croce
Sono gli anni ’50 quando in Polonia nasce Nowa Huta. Simbolo del Socialismo, la città ha case, ospedali, scuole. Ma non una chiesa. Ne nascerà una battaglia per la croce con protagonista anche Karol Wojtyła.
Una donna prete? Forse. In Cecoslovacchia
Chi pensa che il dibattito sulle diaconesse appartenga solo alla Chiesa delle origini si sbaglia. Durante il Comunismo, per la sopravvivenza del cattolicesimo si usarono metodi non convenzionali, fino al punto di ordinare sacerdoti uomini sposati e donne. È la storia della Chiesa clandestina cecoslovacca e di uno dei suoi membri più controversi, Ludmila Javorová.
La correttezza di quel “Crocifisso comunista” così reale
Ha destato curiosità e scalpore a livello internazionale il Crocifisso donato dal presidente boliviano Evo Morales a papa Francesco, in occasione della visita di cortesia di due giorni fa. Al di là delle successive precisazioni, le possibilità di una corretta interpretazione della raffigurazione, tanto teologiche quanto storiche, sono molteplici.