Identikit di una Chiesa ferita dai frutti del secolarismo esasperato e dalla persecuzione. Risultato? Un cartellino arancione che sembra rosso.
Cina
Mario Raffaelli: pace non è esito di una buona predicazione, ma della costruzione di un contesto di dialogo. In Mozambico così come in Ucraina
Un servizio, prima ancora che una mediazione. «Manifestare interesse, vicinanza, ascolto, perché il conflitto possa trovare percorsi di pace». È questa la chiave interpretativa del proprio ruolo suggerita dal card. Matteo Maria Zuppi nella veste di inviato del Santo Padre per «allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina». Sembra fargli eco il coordinatore del team di mediatori di cui faceva parte anche Zuppi in Mozambico all’inizio degli anni ’90, Mario Raffaelli: «Qualsiasi accordo diventa praticabile e realistico solo quando le parti in causa ritengono preferibile perseguire i propri interessi con il dialogo, anziché con la violenza». L’intervista.
Come invece potevano apparire. Quei Pontefici che non furono cappellani
Il Papa come “cappellano dell’Occidente”? Un ruolo già rifiutato da Pio XII e da suoi successori. Troppo spesso «in mezzo a due popoli» a cui si vuole bene.
Esportare la democrazia nella Chiesa: come in Cina, in Germania oppure come alle origini? La discussione è aperta anche in Italia
Il governo cinese ha raggiunto la via «democratica» all’elezione dei vescovi. In Germania, al Sinodo si domanda che la Chiesa «risponda alla conquiste della democrazia». E se alcuni invocano la Chiesa “delle origini”, anche in Italia c’è chi vorrebbe “esportare la democrazia” nella Chiesa.
Giovanni D’Ercole e Vincenzo Guo Xijin. Quando la preghiera è ciò che resta in un mondo che cambia
Due vescovi, due dimissioni. Incomparabili, ma con un tratto in comune. In una gerarchia ecclesiastica che qualche volta sembra affannarsi fra cariche e incarichi.