«Preghiamo […] specialmente per i minorenni vittime di abusi». Potrebbe sembrare un’invocazione di questi giorni, invece risale a 22 anni fa. È il 12 marzo 2000, domenica, la prima di Quaresima, che sarebbe passata alla storia come Giornata del perdono. Ciò che colpisce l’attenzione del mondo, fra le molte liturgie del Grande Giubileo, allora è la cerimonia della Confessione delle colpe e richiesta di perdono.
Benedetto XVI
La morte, la patria e il ribrezzo. Benedetto XVI senza filtri
Si è detto e scritto moltissimo sulla lettera di Benedetto XVI in tema di abusi in Germania. Ma mai abbastanza, né tantomeno tutto. Basti pensare ad alcune espressioni: la morte, la patria, il ribrezzo. E ad una vecchia intervista.
Benedetto XVI, un uomo imperfetto. Ma con un sanissimo senso della colpa
Se essere perdonati è un diritto umano, chiedere perdono è un’arte. Come dimostra Benedetto XVI sugli abusi di Monaco. E, a modo loro, Bätzing e Marx.
Il tempo delle scuse e quello della cancel culture
Scuse offerte e scuse che si chiede di fare. E poi la vergogna. E, ancora, la volontà di cancellare: talvolta più chi è accusato di aver sbagliato che non gli errori.
Una morte da Papa
«Siamo in buona compagnia. Io tengo sempre vicino al mio letto la fotografia che raccoglie coi loro nomi scritti sul marmo, tutti i nostri morti». A mettere nero su bianco queste parole, con una macchina da scrivere «nuova e tutta per me» è papa Giovanni XXIII, in quello che è considerato il suo testamento spirituale alla famiglia Roncalli: una lettera inviata dal Papa al fratello Zaverio il 3 dicembre 1961, ad un anno e mezzo dalla propria morte.