A due giorni dall’arrivo di papa Francesco a Milano non si è ancora detto tutto. Dalla tomba del card. Martini ai jersey trasformati in modelli di street art, ci sono momenti e dettagli che possono sfuggire al programma e aggiungere ancora qualcosa al viaggio. Soprattutto per un Pontefice a cui va stretto il protocollo.
Ancora due giorni e Francesco farà il suo ingresso a Milano. Ad accoglierlo all’arrivo a Linate, il suono delle campane delle 1.107 parrocchie della Diocesi. Il programma della visita è chiaro, l’ufficialità sembra aver già rivelato tutto e anche i luoghi toccati dalla visita hanno rivendicato una propria dimensione. Eppure ci sono dettagli, piccoli momenti possibili sfuggiti al programma e al protocollo.
Non solo scurolo: la Madonna dell’albero
Ufficialmente è stato annunciato soltanto il momento di preghiera nello scurolo, la cripta che nel Duomo di Milano custodisce le spoglie di san Carlo Borromeo. Anche Francesco vi si recherà, come già prima di lui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Conoscendone la devozione mariana è però difficile immaginare che il Papa non sosti per un momento anche di fronte alla splendida cappella della Madonna dell’albero, nel braccio nord del transetto, da poco restaurata. L’albero, qui, è il grande candelabro bronzeo a sette braccia che si erge di fronte all’altare e guarda alla Menorah della tradizione ebraica.
E la tomba del cardinal Martini
Il Duomo ospita numerose tombe, comprese quelle di diversi arcivescovi di Milano. Negli ultimi anni, però, una in particolare è diventata un luogo di pellegrinaggio: la tomba del card. Carlo Maria Martini, collocata ai piedi dell’altare del Crocifisso di san Carlo, lungo la navata estrema settentrionale della cattedrale. Fin dal giorno dei funerali del Cardinale, il 3 settembre 2012, la tomba è meta di un incessante flusso di fedeli. Il luogo è anche al centro dell’annuale celebrazione in memoria del Cardinale presieduta dai successori di Martini. Anche questo potrebbe essere un punto di sosta per il Pontefice.
In piazza Duomo un po’ di Stati Uniti. Ma anche di Sardegna e Salento
In posa dallo scorso Natale, dopo l’attentato di Berlino del 19 dicembre 2016, le barriere jersey anti-camion (note anche come “New Jersey”) sono ancora in piazza Duomo, così come in altri luoghi della città, rese ancora più attuali dai fatti verificatisi ieri a Westminster. Milano, però, ci ha messo del suo e le barriere in cemento sono state incluse dal Comune nel progetto “Muri liberi” e decorate da diversi giovani artisti. Fra di essi, Manu Invisible, street artist sardo di fama internazionale, e il milanese Andrea Bertoletti. Tocco femminile con “La Pupazza” salentina Eleonora.
Palme e banani come nell’Ottocento (o in Palestina)
Allestito lo scorso febbraio ai margini di piazza Duomo, il giardino esotico di palme e banani è stato accolto da una selva di polemiche, nonché dall’incendio di alcune di piante. Ritorno della piazza agli arredi ottocenteschi o, come ha ipotizzato Giacomo Poretti in una delle sue video-lettere al Papa, un modo per portare un po’ di Miami e di Palestina a Milano? Certamente una cornice adatta allo storico McDonald’s di piazza Duomo: ora che anche a San Pietro c’è un locale della stessa catena, Roma è ancora più vicina a Milano. Nel bene e nel male.
La visita più videata
Grazie anche ai video-messaggi di Giacomo Poretti – noto soprattutto per la comicità che lo unisce a Giovanni e Aldo, ma da anni impegnato insieme alla moglie al Centro San Fedele di Milano, polo culturale dei Gesuiti in città – la visita di Francesco a Milano è fra le più “videate” della storia, già prima dell’arrivo. Da segnalare anche lo spot ufficiale della visita, #Accoglimi, targato Alkemy e in onda in questi giorni anche su TV2000. Non è difficile scorgere dietro l’impronta multimediale e social la mano di don Davide Milani, portavoce del card. Angelo Scola e grande artefice della comunicazione della Diocesi ambrosiana, nonché presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e della Commissione nazionale valutazione film, ambedue della Cei.
Niente barcone, ma i migranti ci saranno
Di lui si era parlato molto alla fine dello scorso anno e lo stesso don Milani aveva espresso «molto interesse» per il progetto, ma alla fine l’idea del regista Alejandro Iñárritu di portare un barcone della morte in piazza Duomo non si è concretizzata. Il relitto, affondato in mare nel 2015 e sul quale persero la vita oltre 700 migranti, non sarà esposto in occasione della visita di Francesco. Per una città che ha nell’accoglienza un tratto fondamentale, sarebbe comunque impossibile – e ingiusto – escludere dall’evento i migranti, che infatti saranno presenti in piazza, a Monza e negli altri luoghi di passaggio del Pontefice, oltre che certamente nelle sue parole.
Meno gente del previsto?
Il punto di domanda è d’obbligo e in eventi come questo le cifre non contano. Le previsioni della stampa, però, parlano chiaro: dal milione di fedeli a Monza annunciato ad inizio anno, si è scesi prima a 800mila e poi a 600mila. Non che in questo senso le iniziative della Diocesi siano mancate, ed anzi si sono moltiplicate negli ultimi giorni: un sito web, campagne sui social, video-lettere, uno spot, un’app e anche un nuovo giornale, “Benvenuto papa Francesco”, nato da una collaborazione fra Avvenire, Famiglia Cristiana e l’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi. Per non parlare delle due Giornate delle adesioni dell’11 e 12 marzo e di regole per la partecipazione rese sempre più inclusive anche per chi abitualmente non frequenta la chiesa. La Messa di Benedetto XVI con le famiglie, il 3 giugno 2012, si svolse alla presenza di un milione di fedeli (due milioni le persone che nel complesso parteciparono alla tre giorni di Ratzinger a Milano). Vedremo se il Parco di Monza piacerà quanto l’aeroporto di Bresso. Esteticamente, di certo, non c’è paragone.
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