Ad una settimana dall’apertura ufficiale il bilancio della Santa Sede all’Expo 2017 di Astana, in Kazakistan, può già dirsi positivo. Merito di temi attuali e del valore intramontabile dell’arte. Premiati anche da un endorsement della Russia.
Si è aperta lo scorso sabato 10 giugno e si protrarrà sino al prossimo 10 settembre l’Expo 2017 di Astana, in Kazakistan. L’Energia del futuro è il tema scelto per la manifestazione internazionale, che raccoglie idealmente e in forma ridotta il testimone dell’Expo universale di Milano 2015, incentrata su Nutrire il pianeta, energia per la vita. Oltre 115 i Paesi presenti ad Astana, fra i quali la Santa Sede, che dopo essersi contraddistinta a Milano per una presenza controcorrente (Non di solo pane, in una manifestazione che rischiava altrimenti di rimanere ancorata al cibo), torna a partecipare ad un’esposizione.
Come da tradizione, anche ad Astana la presenza della Santa Sede – che, è bene ricordarlo, partecipa in quanto Stato e non in quanto Chiesa – guarda allo sviluppo integrale dell’uomo. A testimoniarlo anche il passaggio di testimone dal Pontificio consiglio della cultura, presieduto dal card. Gianfranco Ravasi, che aveva seguito in veste di commissario la partecipazione all’Expo di Milano, al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, guidato dal card. Peter Turkson. Un’attribuzione significativa, per un dicastero che risulta sì competente in materia di ambiente, ma anche nelle questioni che riguardano i migranti, i poveri, gli ammalati, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e di qualunque forma di schiavitù e di tortura. Il Vaticano, insomma, tiene a presentarsi ad Astana non soltanto come il primo Stato al mondo interamente alimentato ad energia “green” (grazie ai pannelli solari installati nel 2009 sul tetto dell’Aula Paolo VI), ma soprattutto come coscienza critica.
Il padiglione di Astana – inaugurato sabato scorso dallo stesso card. Turkson, alla presenza (doppiamente appropriata) di mons. Francis Assisi Chullikatt, nunzio apostolico in Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan e di alcuni rappresentanti della Chiesa locale – si sviluppa sul tema Energia per il bene comune: cura della casa comune e strizza evidentemente l’occhio all’enciclica Laudato Si’ di Francesco. La struttura è stata realizzata dalla multinazionale NUSSLI (che ad Astana ha costruito anche i padiglioni di Cina, Regno Unito, Shell e Air-Astana), e come già a Milano, mantiene forti legami con la Chiesa locale, Caritas Almaty e associazioni benefiche che operano sul posto, come Ark Village.
[ultimate_gallery id=”4459″]
Grazie alle numerose installazioni digitali, il padiglione si articola lungo un percorso che si avvale di contributi fotografici, artistici e testuali. Fra questi ultimi, spunti tratti dal pensiero di mons. Georges Lemaître, sacerdote belga e padre della teoria del Big Bang. Nelle diverse sale vengono poi affrontati i temi del cambiamento climatico, della promozione umana integrale, della forza della preghiera e dell’uso equo e sostenibile delle risorse naturali. Quattro gli assunti principali: l’amore di Dio è all’origine della creazione dell’uomo e della terra; l’energia è uno strumento affidato alle mani dell’uomo, che non sempre ne ha fatto un uso adeguato; non può esserci ecologia senza un’adeguata antropologia, volta allo sviluppo integrale della persona; spiritualità e pace costituiscono anch’esse forme di “energia”, con particolare riferimento alla preghiera, alla ricerca di senso e al dialogo interreligioso. L’impegno spirituale si rende concreto nell’opera di alcune organizzazioni cattoliche. Di particolare impatto il progetto di Caritas Almaty di un orfanotrofio alimentato da pannelli solari nel quale i bambini sono ospitati e al contempo educati alla tutela dell’ambiente.
Numerosi, come di consueto, i riferimenti artistici, complice il ricco patrimonio italiano in tema di Creato, del quale gli splendidi mosaici della Cattedrale di Monreale non costituiscono che uno dei numerosi tesori artistici virtualmente esportati in Kazakistan. Fra le immagini più toccanti, però, figurano certamente quelle che guardano alla vita umana più fragile, da tutelare fin dai suoi albori. Un mix di attenzione per l’ambiente, cultura e spiritualità che ha fatto gridare al “miracolo” anche l’agenzia di stampa russa Sputnik, dichiaratamente filo-governativa, che ha classificato il padiglione della Santa Sede fra le sette scoperte più interessanti dell’Expo 2017. Non è una novità: al termine dell’Expo di Milano 2015 il Vaticano si era classificato primo in quanto a sviluppo del tema fra i padiglioni di superficie inferiore ai 2000 m².
Un endorsement sul quale vale comunque la pena riflettere, ospiti di un Paese nel quale il 70% della popolazione si professa musulmano, contro un 25% di cristiani (in maggioranza ortodossi, con i cattolici fermi a poco più dell’1%). Forte di un Concordato con la Santa Sede siglato nel 1998 dal presidente Nursultan Abishevich Nazarbayev, il Kazakistan tiene oggi a presentarsi come terra di concordia e dialogo interreligioso.
© La riproduzione integrale degli articoli richiede il consenso scritto dell'autore.
2 commenti su “La Santa Sede all’Expo 2017 in Kazakistan. Con la benedizione della Russia”