Religion still matters. Il Cattolicesimo in corsa alle presidenziali Usa 2016. Con qualche sorpresa

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Dopo le recenti votazioni in Iowa per le presidenziali Usa 2016 e la prima visita, due giorni fa, del presidente Obama in una moschea degli Stati Uniti, accanto ai contenuti piĆ¹ schiettamente politici, i temi religiosi si stanno facendo largo con sempre maggiore evidenza anche nella campagna elettorale, soprattutto fra i molti cattolici in campo.

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Se quello della separazione fra religione e Stato ĆØ un argomento ricorrente sulla scena politica italiana ed europea, non sembra un problema all’ordine del giorno negli Stati Uniti, dove la commistione tra fede e politica ĆØ tradizionale e alcune moderne forme di laicitĆ© del Vecchio Continente, che tanto ricordano retoriche di stringente religiositĆ  laica di Stato, non trovano spazi di affermazione.

Alcune novitĆ  si registrano comunque anche sulla scena politica statunitense. Sebbene anche Donald Trump, pur formalmente presbiteriano, non manifesti un particolare attaccamento alla religione, dopo secoli di storia politica americana ĆØ statoĀ Bernard “Bernie” Sanders, candidato democratico alla presidenza, a rompere il tabĆ¹ della mancata affiliazione religiosa. Cresciuto in una famiglia ebrea, educato ai principi dell’ebraismo e partito per unĀ kibbutz in Israele nei primi anni Sessanta, durante la campagna elettorale Sanders ha finora parlato pochissimo di religione, cosa rara per un candidato in corsa alle presidenziali. Interrogato in proposito, Sanders ha ammesso di non essere particolarmente religioso. Qualcosa di tanto semplice quanto rivoluzionario per la singolare scena politica statunitense.

All’interno del piĆ¹ consueto schieramento cristiano, invece, accanto a metodisti (come Jim Gilmore, repubblicano, e Hillary Clinton, democratica) e battisti, in special modo appartenenti alle Chiese battiste del sud, una denominazione in seno alla corrente evangelica di esclusiva matrice statunitense, figurano almeno dueĀ presbiteriani (Rand Paul, precedentemente episcopaliano, e il giĆ  menzionato Donald Trump, entrambi repubblicani), un anglicano convertito dal cattolicesimo (John Kasich, governatore repubblicano dell’Ohio) e una cristianaĀ non-denominazionalista (Cara Carleton “Carly” Fiorina, unica donna in corsa per la presidenza nelle fila repubblicane).

Battista ĆØĀ Rafael Edward “Ted” Cruz, interessante commistione di immigrazione cubana, irlandese e italiana. Dato per favorito nella corsa per la presidenza insieme aĀ Marco Rubio,Ā Cruz, fortemente pro-life, ma al contempo sostenitore della pena di morte, si ĆØ piĆ¹ volte dichiarato contrario alle unioni civili e al matrimonio fra persone omosessuali, anche se ne ammette la legalizzazione a livello di singoli Stati.

Protestante ĆØ anche Benjamin “Ben” Carson, ennesimo tentativo di trovare un candidato di colore tra le fila di un partito repubblicano da tempo alle prese con un elettorato tradizionale, caucasico e conservatore, il cui peso elettorale ĆØ sempre piĆ¹ in calo, a fronte dell’aumento dell’importanza politica di quelle che un tempo erano minoranze etniche. Di famiglia appartenente alla Chiesa cristiana avventista del settimo giorno ā€“ della quale, perĆ², almeno formalmente, non gode del supporto politico ā€“ Carson ĆØ stato battezzato due volte fra gli avventisti ā€“ avendo ammesso di non avere profondamente compreso il battesimo, la prima volta ā€“ e ha ricoperto incarichi di prestigio nella scuola del Sabato della sua comunitĆ , un programma di studio quotidiano basato sulla Bibbia e sullo “spirito di profezia”, senza l’aggiunta di commenti. Carson ā€“ che ha sottolineato di trascorrere molto tempo anche in chiese non-avventiste ā€“ condivide con molti avventisti anche la pratica di una dieta latto-ovo-vegetariana, che esclude dall’alimentazione i cibi che derivano dall’uccisione diretta di animali, come carne e pesce, ammettendo invece quelli di origine vegetale e i prodotti animali indiretti, come latte e uova.

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Sorprendentemente nutrito il numero dei cattolici in campo, specie nello schieramento repubblicano. Fra essi figurano John Ellis “Jeb” Bush, fratello minore dell’ex presidente George W. Bush ed ex candidatura di punta del fronte repubblicano, ora apparentemente relegato ad un ruolo di secondo piano.Ā Episcopaliano fino al 1995, poi convertitosi al cattolicesimo, Bush ha manifestato la sua opposizione ad una legislazione federale sulle unioni omosessuali, non ritenendole un diritto costituzionale, e preferendo ad essa regolamentazioni a livello di singoli Stati. Bush si era anche pronunciato a proposito della spinosa questione delle attivitĆ  commerciali ā€“ generalmente attinenti al catering e ai festeggiamenti matrimoniali ā€“ che rifiutavano i propri servizi alle coppie dello stesso sesso, giudicando questa scelta legittima.

Cattolico e repubblicano ĆØ anche Chris Christie. Attuale governatore del New Jersey, Christie ĆØ di famiglia cattolica e ha dichiarato in piĆ¹ occasioni il suo sostegno alle scuole private e parrocchiali. Definitosi un pro-life, dopo un’iniziale militanza nel fronte pro-choice, sostiene di opporsi all’aborto e in qualitĆ  di governatore ha piĆ¹ volte posto il veto ai finanziamenti a Planned Parenthood. Ha fatto scalpore, l’estate scorsa, la sua ammissione di avere utilizzato metodo contraccettivi artificiali. In quell’occasione Christie aveva dichiarato di non pensare che l’aver praticato il controllo della nascite durante una parte della sua vita lo rendesse un pessimo cattolico. Sul fronte democratico, fra i cattolici figura almeno Martin O’Malley, fino al gennaio 2015 governatore del Maryland, poi attivista per il matrimonio fra persone dello stesso sesso in Iowa e New Hampshire.

Figura interessante ĆØ certamente quella di Marco Rubio, giovane junior senatorĀ repubblicano dello Stato della California e indicato da piĆ¹ parti come uno dei favoriti per l’ingresso alla Casa Bianca. Cattolico, del tipo che non perde occasione per farlo sapere, nei discorsi pubblici di Rubio non mancano i riferimenti al Creatore e alla creazione (Ā«Non ĆØ perchĆ© voglio dire a qualcuno cosa fare con il proprio corpo o la propria vita, ma perchĆ© io credo che uno dei diritti fondamentali dati a noi dal nostro Creatore ĆØ il diritto a vivereĀ», ha dichiarato nei mesi scorsi, in difesa della propria opposizione all’aborto) e all’eternitĆ : Ā«il nostro obiettivo ĆØ l’eternitĆ , la possibilitĆ  di vivere a fianco del nostro Creatore per tutto il tempo, per accettare il dono gratuito della salvezza offertoci da GesĆ¹ CristoĀ», dichiarava Rubio in uno spot elettorale intitolato “Faith” (“Fede”), trasmesso in Iowa nelle scorse settimane. Alle critiche ā€“ che certo non gli sono mancate e verosimilmente non gli mancheranno in futuro ā€“ per una campagna cosƬ fortemente incentrata su tematiche cristiane, Rubio ha replicato ricordando come Ā«nessuno vi obbliga a credere in Dio, ma nessuno obbligherĆ  me a smettere di parlare di DioĀ».

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Parole impronunciabili per qualsiasi politico europeo, nella misura in cui ormai da decenni moderazione e compromesso ā€“ alcuni direbbero opportunismo ā€“ dominano la scena politica, anche tra le fila cattoliche. Un opportunismo dal quale non sono immuni neppure i politici d’Oltreoceano. Tutt’altro. Se risulta inopportuno ed impossibile indagare la reale fede di Rubio, ĆØ pur vero che il recente voto nel piccolo Stato del Midwest dell’Iowa, che ha smentito i sondaggi e punito il tracimante Donald Trump, ha invece premiatoĀ Rubio e la sua campagna elettorale. Giungendo quasi ad eguagliare il 23% di Trump, il giovane cubano-americano originario di Miami si va affermando come il candidato su cui puntare in campo repubblicano. Se non ĆØ sfuggito il suo discorso da quasi-vincitore, dopo una serata che lo ha consacrato nel trio di testa, non ĆØ passata inosservata neppure la sua campagna elettorale fortemente incentrata sulla religione, non da ultimo per accattivarsi l’elettorato cristiano, confortato anche dalle statistiche, che nel 2012 in Iowa avevano premiato i candidati piĆ¹Ā manifestatameneĀ cristiani. Era stato questo il caso diĀ Rick Santorum, sposato e padre di otto figli, cattolico come Rubio ed ex CEO della EchoLight Studios, casa di produzione cinematograficaĀ specializzata in film d’impronta cristiana.

Scontato il divario del repubblicano Rubio con papa Francesco sui temi economici. Ā«Ho una differenza di opinione con lui sui modelli economiciĀ», aveva dichiarato Rubio il 22 settembre scorso, mentre il Pontefice atterrava alla Andrews Air Force Base a Washington per la tappa statunitense del suo viaggio apostolico. Ā«Quando si pronuncia dalla cattedra di Pietro, il che ĆØ molto raro, [il Papa] ĆØ infallibile in quelle decisioni. Questo non si estende alle questione politiche, come l’economiaĀ», proseguiva Rubio. Ā«Sulle questioni morali [il Papa] parla con incredibile autoritĆ . Lo ha fatto costantemente sul valore della vita, sulla santitĆ  della vita, sull’importanza del matrimonio e sulla famiglia. Sulle questioni economiche il Papa ĆØ una personaĀ», concludeva Rubio.

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Se da un lato la storia personale di Rubio conferma i profondi rivolgimenti migratori ed etnici in atto da tempo negli Stati Uniti, il suo passato religioso riflette alcuni dei singolari caratteri della spiritualitĆ  del continente americano. Se, infatti, Rubio ĆØ cresciuto in una famiglia cattolica ed attualmente egli stesso si dichiara cattolico praticante, fra gli otto e gli undici anni, quando vivevano a Las Vegas, Rubio e la sua famiglia ā€“ tranne il padre ā€“ frequentarono la Chiesa di GesĆ¹ Cristo dei santi degli ultimi giorni, che costituisce la parte preponderante di quella che ĆØ piĆ¹ comunemente nota come Chiesa mormone. Nella sua autobiografia, An American son, Rubio spiega come Ā«la Chiesa mormone fornƬ la struttura morale che mia madre voleva per noi e una cerchia di amici provenienti da famiglie stabili e timorate di Dio. Quando lasciammo la Chiesa [mormone] alcuni anni dopo, per lo piĆ¹ su mia iniziativa, lo facemmo con gratitudine per il suo considerevole contributo alla nostra felicitĆ  in quegli anniĀ».

Sulla campagna elettorale persistono le incognite delle minoranze etniche e soprattutto degli evangelici. Elettorato tanto importante dal punto di vista politico quanto defilato nello stile di vita e sfuggente ai sondaggi e alle previsioni, in passato gli evangelici hanno deciso piĆ¹ di un’elezione, facendo pendere in maniera decisiva l’ago della bilancia verso questo o quel candidato.Ā Che gli Stati Uniti stiano preparandosi ad aprire le porte della Casa Bianca ad un pastor in chief?

Nella foto: Papa Francesco, Cerimonia di benvenuto nel South Lawn della Casa Bianca, 23 settembre 2015.

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