Cita Benedetto XVI e papa Francesco, insieme all’immancabile Alighieri. Un discorso, come nello stile di Benigni, che sembra buttato lì un po’ grullo, ma che tradisce invece la consueta sottigliezza del comico di razza. Pronunciato poco fa in occasione della presentazione del libro-intervista del vaticanista Andrea Tornielli, quello di Roberto Benigni è stato un discorso appassionato – l’omelia mancata di un mancato sacerdote con una «vocazione sin da piccino», nel bene e nel male diventata vocazione di comico – che è il riassunto di un pontificato e l’apertura dialogica di una Commedia («Miserere di me», Inf. I, 65), che squarcia il velo del silenzio dei primi versi. Un discorso che contribuisce – si vedrà quanto e i conti si faranno poi – a chiarezza e distensione.
In un mezzo sermone che è insieme un riassunto del pontificato di Francesco e una risposta a critici (e sostenitori) del Papa, Benigni mette in scena una critica al pauperismo semplicistico ed ipocrita, di quanti non andrebbero a pranzo da Zaccheo – non si sa quanto per pregiudizio verso i pubblicani o verso i banchetti – e che forse invierebbero l’angelo ai pastori, ma certo non la cometa ai Magi.
Non può mancare una puntualizzazione di una misericordia che non è «condiscendenza» o «buonismo», che «non è una virtù che sta ferma, seduta in poltrona», ma vivace e vitale radice prima ed ultima del Vangelo. Misericordia, fatto serio, che non esclude la giustizia – «il minimo della misericordia» – dal mondo, ma neppure il mondo dal perdono di un Dio che non teme di soffrire, di Cristo fattosi «il Sì di Dio» per il sì di Maria. «La misericordia non cancella la giustizia», ma «un mondo senza misericordia è un mondo freddo». Una misericordia «che non va confusa con la pietà. Dentro alla misericordia c’è la gioia, la levità del perdono», perché «è la gioia il grande segreto del Cristianesimo».
Non sfugge anche il riferimento alla Madre di Dio, emblema della misericordia, fra i cui numerosi e più poetici appellativi figura anche quello di fontana della Misericordia, in riferimento a Cristo-Misericordia. Magnificata con una passione che accosta a Dante e che contribuisce a silenziare le polemiche sorte nei giorni scorsi attorno ad alcune frasi sulla Vergine, il Cattolicesimo e la riconciliazione con i protestantesimi pronunciate da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia.
Nell’immagine: Jean-Baptiste-Camille Corot, Dante e Virgilio, 1859, Boston, Museum of Fine Arts.
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Il Sismografo