Quando Giovanni XXIII ricevette il primate anglicano. E non fecero una foto

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Attesa per questo pomeriggio la visita di papa Francesco alla chiesa anglicana All Saints Church di Roma, ulteriore passo sulla via dell’ecumenismo. Il primo a ricevere in Vaticano un primate anglicano? Giovanni XXIII. Ma non ci sono fotografie a testimoniarlo.

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Grande attesa per la visita di papa Francesco alla chiesa anglicana di Roma All Saints Church (Ognissanti) di via del Babuino 153, prevista per le 16.00 di oggi. Un ulteriore passo sulla strada dell’ecumenismo, dopo che il 6 ottobre dello scorso anno Francesco aveva incontrato i Primati delle Provincie anglicane al seguito dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. Il Pontefice aveva allora richiamato l’attenzione sui «50 anni di incontro e scambio», per un ecumenismo che «non è mai un impoverimento, ma una ricchezza», nella certezza «che quanto lo Spirito ha seminato nell’altro produce un raccolto comune».

La visita di Francesco alla All Saints Church prosegue quanto già avviato nei pontificati precedenti, dai passi compiuti da Giovanni Paolo II e Robert Runcie – che disse di sognare l’unione della Chiesa anglicana e di quella cattolica entro il 2000 – alla costituzione apostolica Anglicanorum coetibus di Benedetto XVI, per «l’istituzione di ordinariati personali per anglicani che entrano nella piena comunione con la Chiesa cattolica». Il primo a ricevere in Vaticano un arcivescovo di Canterbury – all’epoca Geoffrey Francis Fisher – fu però Giovanni XXIII, il 2 dicembre 1960. Il primo incontro fra un pontefice e un primate della comunione anglicana dal 1559 e una pietra miliare dell’ecumenismo. Un evento del quale, però, non esiste alcuna fotografia.

Si narra, infatti, che l’assenso di Giovanni XXIII all’incontro – la richiesta giungeva dallo stesso Fisher – generò un tale scompiglio in Curia che non venne neppure inviato un fotografo per immortalare l’avvenimento. Non una decisione improvvisata, preparata anzi da anni di attento riavvicinamento, ma che nemmeno la formula di una “visita di cortesia” bastò a rendere meno esplosiva. Fra i più critici, l’allora nunzio apostolico in Gran Bretagna, mons. Gerald O’Hara.

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L’anno successivo Fisher si sarebbe ritirato a vita privata, non prima di aver sconsigliato la nomina dell’allievo Arthur Michael Ramsey a suo successore. Proprio da arcivescovo di Canterbury, invece, nel 1966 Ramsey si sarebbe recato da Paolo VI in visita ufficiale.

Nell’immagine: Geoffrey Francis Fisher e famiglia.

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