L’Argentina dice no all’aborto, ma anche a qualcosa di molto più insidioso. Che qualche volta sembra invece prevalere in Cile e in Irlanda. E forse anche in Italia.
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Il risultato era stato anticipato dalla più grande manifestazione contro l’aborto della storia del Paese, il 4 agosto scorso. Per la prima volta in molti anni ampi settori della società argentina erano scesi in piazza e per le strade, replicando alla violenza che aveva contraddistinto una parte delle manifestazioni a favore dell’interruzione volontaria di gravidanza. Una mobilitazione non soltanto di colore, bensì in grado di orientare il voto politico e di mutare radicalmente l’atteggiamento sin troppo prudente di una parte della Chiesa cattolica in Argentina.
Un risultato importante, e non solo per la difesa della vita nascente. Il voto espresso dal popolo argentino dimostra, infatti, che è possibile opporsi ad un pensiero che pretende di essere globale ed inarrestabile, quale è quello sull’aborto e su altri presunti diritti. A dimostrazione di come, al di là di tante considerazioni di opportunismo politico e – peggio sarebbe – ecclesiale, il parlar chiaro e il prendere posizione pagano.
Il voto argentino acquista un valore ancora più particolare se si tiene conto del clima di sfiducia, se non di opposizione, che grava sulla Chiesa cattolica in molti Paesi del mondo anche a causa degli scandali sessuali che sembrano ormai coinvolgerla quotidianamente. Certo la situazione in Argentina appare – per ora e almeno quantitativamente – meno grave di quella di altri Paesi, Cile e Irlanda su tutti, ma nondimeno critica. Negli scorsi mesi il processo per abuso di minori a carico di padre Juan José Llaraz, dell’arcidiocesi di Nostra Signora del Cenacolo, ha scosso le coscienze e la fede.
Ciononostante, il popolo argentino ha saputo guardare oltre, senza pretendere di non vedere il fumo di Satana entrato nella Chiesa, ma anche senza lasciarsene accecare. E ciò conservando la comprensibile indignazione dei fedeli di fronte ai gravissimi crimini commessi da alcuni membri del clero e soprattutto nonostante la meno giustificabile posizione di quanti, credendosi forse migliori della Chiesa di oggi o di un tempo, con poca umiltà invocano non soltanto demagogiche purghe staliniane, ma anche la ben più insidiosa revisione della dottrina cattolica. Come a dire far pagare il conto alla vita, alle anime e alla Verità.
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1 commento su “Non saranno i bambini a pagare i crimini di alcuni sacerdoti”