Di certo qualcun altro, forse un pendolare, avrà già scritto che la vita assomiglia ad un viaggio in treno. C’è chi sale presto e chi arriva più tardi, chi scende quasi subito e chi invece rimane a lungo, tanto la corsa sembra condurlo lontano. In questo andirivieni, c’è chi parla ad alta voce e chi trova il proprio silenzio, chi fa di tutto per tenersi occupato e chi osserva il mondo che scorre oltre il vetro. Molti, a volte i più insospettabili, ci lasceranno un ricordo, talvolta il più prezioso ed inatteso. Ma tutti, immancabilmente, scenderemo ad una fermata e il nostro posto, senza eccezioni, verrà occupato da qualcun altro. Inutile affezionarcisi.
Dov’è, allora, il senso del viaggio? Nel viaggio stesso. E nella meta. Non dimentichiamo, allora, un Bambino salito su questo treno duemila anni fa e che ha cambiato per sempre il nostro viaggio e la nostra destinazione.
Buon Natale a tutti i lettori, inevitabilmente viaggiatori.
Simone Varisco
Nell’immagine: Luke Allsbrook, Natività, olio su tela, 2016, Dallas (Stati Uniti), SMU Perkins School of Theology.
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