La vera transizione ecologica? L’ecologia integrale di Benedetto XVI. Anche al Reichstag di Berlino

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Ci sono il cambiamento climatico e quello antropologico. Entrambi richiedono un’ecologia: che per l’uomo sia integrale. Benedetto XVI e Francesco, con uno sguardo alla Germania.


Nessuna polemica, questa volta, sulle prefazioni. Nessuna contrapposizione fra diversi modi di intendere e vivere la Chiesa, fra correnti e posizioni “politiche”: la prefazione al nuovo libro di Benedetto XVI/Joseph Ratzinger, La vera Europa, identità e missione (ed. Cantagalli), terzo volume della collana di testi selezionati e tradotti da Pierluca Azzaro, è scritta dallo stesso papa Francesco.

«Al di là di tante parole e di proclami altisonanti, oggi in Europa va sempre più smarrendosi proprio l’idea del rispetto di ogni vita umana a partire dalla perdita della consapevolezza della sua sacralità, cioè proprio a partire dall’offuscamento della coscienza che siamo creature di Dio», scrive papa Francesco. È questo il centro da cui muovono le riflessioni di Benedetto XVI in tema di Europa, fede, senso dell’uomo e della comunità.

Natura, peculiare, è propria anche dell’uomo: natura di «creatura, immagine e dono di Dio», scrive Benedetto XVI; natura del rapporto tra uomo e donna, orientata e «ordinata alla procreazione», il cui culmine è il matrimonio cristiano, senza il quale «non c’è cultura cristiana»; natura della sessualità e della procreazione, cui si oppongono le ideologie che vorrebbero l’uomo «un prodotto che egli stesso sa creare», con il risultato che gli esseri umani «non vengono più generati e concepiti, ma fatti», sempre più secondo la moda, il capriccio, la (ir)razionalità; natura della vita, la cui negazione è alla base della «crescente tendenza al suicidio come fine pianificata della propria vita», o alla vita altrui, attraverso l’eutanasia e l’aborto.

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Si innesta qui, ricorrente e centrale, il concetto di ecologia integrale. Benedetto XVI auspica una difesa della «natura dell’uomo così come il movimento ecologico ha scoperto il limite di quello che si può fare e ha riconosciuto che la natura stabilisce per noi una misura che non possiamo impunemente ignorare». Superare questo limite avrebbe, nell’ambiente come nell’uomo, il medesimo esito. «Anche l’uomo possiede una “natura” che gli è stata data – scrive Benedetto XVI – e il violentarla o il negarla conduce all’autodistruzione».

Benedetto XVI non si fa illusioni: «Si assiste a una deformazione della coscienza che evidentemente è penetrata profondamente in settori del popolo cattolico». D’altronde, si tratta di un volume «intriso di grande realismo», come scrive nella prefazione papa Francesco.

Lo si vede in alcuni contesti europei dove la Chiesa sembra aver dimenticato che «la figura di Gesù Cristo sta al centro della storia europea ed è il fondamento del vero umanesimo, di una nuova umanità». Di più: secondo Ratzinger, pur nell’universalità del messaggio cristiano, sussiste un legame unico fra la cultura e la tradizione dell’Europa e il cristianesimo, «sintesi, operata in Gesù Cristo, tra la fede di Israele e lo spirito greco».

Non stupisce, allora, che di ecologia integrale, in termini del tutto simili a quanto riferito nei passaggi che compongono il nuovo volume, Benedetto XVI abbia fatto riferimento in uno storico discorso al Reichstag di Berlino il 22 settembre 2011, esattamente dieci anni or sono e allora a meno di due anni dalla sua rinuncia. In quella Germania per lunghi anni cuore – economico, oltre che culturale, spirituale e geografico – dell’Europa, che sembra ormai aver smesso di battere. Un passaggio ripreso anche al n. 6 dell’enciclica Amoris laetitia da papa Francesco.

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«L’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa. Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente», dice allora Joseph Ratzinger. «Vorrei però affrontare con forza un punto che – mi pare – venga trascurato oggi come ieri: esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana».

«Il volume, pur intriso di grande realismo, non si chiude con pessimismo e tristezza; al contrario», precisa papa Francesco nelle prefazione al nuovo libro. «Un motivo della mia speranza — scrive, infatti, Benedetto XVI — consiste nel fatto che il desiderio di Dio, la ricerca di Dio è profondamente scritta in ogni anima umana e non può scomparire. Certamente, per un certo tempo, si può dimenticare Dio, accantonarlo, occuparsi di altre cose; ma Dio non scompare mai. È semplicemente vero quanto dice sant’Agostino, che noi uomini siamo inquieti finché non abbiamo trovato Dio. Questa inquietudine anche oggi esiste. È la speranza che l’uomo sempre di nuovo, anche oggi, si ponga in cammino verso questo Dio».

Benedetta speranza, coraggiosa e anticonformista. Che non è nostalgia del passato perduto, ma uno sguardo nuovo sul mondo e sul futuro di uomini e donne. Vera rivoluzione ecologica di fronte al cambiamento antropologico. Autentica transizione ecologica per salvare l’uomo e il creato.

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