Domenica 17 luglio 2022. VI Domenica dopo Pentecoste. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.
✠ In quel tempo. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
(Gv 19, 30-35)
Dentro di me c’è una sorgente molto profonda, e in quella sorgente c’è Dio. Alle volte riesco a raggiungerla, altre volte è sepolta sotto pietre e sabbia. Allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo.
(Etty Hillesum, Diari)
Nel vangelo di Giovanni ritorna in un più di un’occasione l’intuizione che il culto al Dio vivo sarà celebrato ormai presso un tempio di altra natura, non più quello di Gerusalemme, destinato a crollare sotto i colpi della storia e sminuzzato dal vuoto che lo erode, ma quello del corpo stesso di Gesù. Quando dunque racconta che dal fianco di quel corpo “uscì sangue e acqua”, Giovanni raccoglie anche una memoria profetica. Il profeta Ezechiele (47,1-12), nei tempi antichi, aveva annunciato che dal tempio della Gerusalemme nuova, uscita dalle mani dell’Altissimo, sarebbe sgorgata acqua prodigiosa.
E vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. […] e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Sorprendentemente il rivolo, anziché disperdersi nella polvere, scende lungo il fianco della collina assumendo dimensioni crescenti, sempre più impetuose, fino a quelle di un fiume navigabile, e lì dove giunge quell’acqua misteriosa guarisce il deserto, fa germogliare giardini, rende fertili e vive perfino le acque del Mar Morto.
Dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà.
Nell’immagine dell’acqua che scaturisce dal fianco di Gesù, nuovo tempio del Dio vivente, Giovanni richiama quella del torrente del profeta.
Quell’acqua spinge dal fondo di ognuno di noi, dice Etty. Il suo dinamismo preme per sfociare in vita e rigoglio. Quell’acqua, la Bibbia la chiama Spirito Santo. E la vita nello Spirito, dice Etty, è tutta qui: assecondarne la potenza, liberare la sorgente, metter mano a che pietre e sabbia non la ostacolino.
Non ci è chiesto di scavare pozzi impossibili, ma di tener libera la sorgente d’acqua viva che già ci è data, per amore incondizionato, per il fatto stesso di esser vivi, per il fatto stesso di essere sotto la croce del Messia.
Nella grande avventura di credere all’acqua che ci è data, il Signore ci accompagni.
Don Paolo Alliata
Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.
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