Domenica 16 ottobre 2022. Dedicazione del Duomo di Milano. Solennità del Signore. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.
✠ In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene».
(Lc 6, 43-48)
È una vita che stanno arrivando, questi passi…
Ho avvertito un tremito di felicità, un cenno del cielo,
un sussurro, e non voglio che queste cose mi siano negate più a lungo.
Ogni cosa è pronta a consumarsi nella gioia.
(T. S. Eliot, Assassinio nella cattedrale)
Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, è avvisato dell’arrivo imminente dei cavalieri reali, che presumibilmente gli toglieranno la vita. A chi lo esorta alla fuga, Becket risponde che è pronto a vivere il suo passaggio: chi si è preparato a lungo alla morte coglie nei passi del nemico che si avvicina “un sussurro, un cenno del cielo”, un dono che viene, quello dell’incontro con l’unico Signore, di cui l’arrogante re d’Inghilterra – il mandante dei sicari – non vale neppure l’ombra.
E così Elliot racconta di un uomo solido, pronto a vivere quel che la vita gli pone davanti. Avendo costruito sulla Parola del Signore di ogni vita, che tutto accompagna nei suoi processi e nei suoi sviluppi, è saldo come una casa dalle fondamenta profonde, “costruita bene”, per dirla con le parole di Gesù.
Oggi la liturgia ambrosiana celebra la festa della Dedicazione del Duomo di Milano. L’immagine della solidità, delle fondamenta stabili, si addice bene alla nostra cattedrale. Ma quella stabilità vuole suggerire molto di più: l’augurio che la comunità cristiana stessa, e non solo i suoi edifici di culto, sia stabilmente fondata sulla roccia della Parola.
Allora anche la Chiesa potrà, come Thomas Becket, affrontare con pace il futuro alle porte, quale che esso sia.
Il Signore ci accompagni.
Don Paolo Alliata
Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.
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