VI Domenica di Pasqua. Sillogismi. La vita della pace autentica. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
✠ Vangelo Gv 14, 25-29
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
In questo momento la pace sembra essere il sogno di molti e il privilegio di pochi. Si cercano strade verso di essa, a bassi e ad alti livelli. Nel mondo della diplomazia come nelle marce o nelle piazze.
Credo valgano per tutti le immortali parole di don Tonino Bello: la pace è il prodotto di un impegno.
Occorre, forse, una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un «dato», ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.
(Tonino Bello, “La pace come cammino”, Alla finestra la speranza, 1986).
Ma di che impegno si tratta? Mi sono lasciato attrarre dal gioco dei sillogismi, perché il termine “pace” si ripropone troppo spesso in punti nevralgici della Parola di Dio: quando Gesù dona lo Spirito Santo ai discepoli e quindi a noi, dice anche “vi lascio la mia pace”.
Dunque lo Spirito stesso “è” la sua pace, e dato che Gesù si è anche proclamato “la via”, per proprietà transitiva, dovremmo aggiungere – chiosando le parole del grande pacifista vietnamita Thích Nhất Hạnh – che la pace è la via e infine concludere che per un cristiano essa è Cristo stesso.
Non c’è via per la pace, la pace è la via.
Thích Nhất Hạnh
Gesù infatti (ed ecco la “prova del nove”), viene definito “la nostra pace” (Ef 2,14). Il discepolo dunque, più di chiunque altro, ha una priorità assoluta: quella della “Sua pace”, della pace dono di Cristo. Non c’è cammino più importante di questo, o impegno più decisivo.
Don Alessandro
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
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