I Domenica di Avvento. Resistenza d’amore. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
✠ Vangelo Mc 13, 1-27
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta». Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: «Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?». Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori. Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. [Quando vedrete l’abominio della devastazione presente là dove non è lecito – chi legge, comprenda –, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda e non entri a prendere qualcosa nella sua casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! Pregate che ciò non accada d’inverno; perché quelli saranno giorni di tribolazione, quale non vi è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, e mai più vi sarà. E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma, grazie agli eletti che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. Voi, però, fate attenzione! Io vi ho predetto tutto.] In quei giorni, dopo quella tribolazione, “il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo».
Love is our resistance
Muse, Resistance, The resistance, 2010.
Nelle comunità di rito ambrosiano oggi inizia il tempo di Avvento. Sei sono le settimane a disposizione per prepararci al Natale, e il percorso comincia immancabilmente con un prologo (il Vangelo di oggi), che in realtà mette in scena l’epilogo di tutta la vicenda di Cristo, ovvero il ritorno del Figlio dell’uomo, che verrà sulle nubi con grande potenza e gloria.
E in mezzo? In mezzo c’è tutta la storia; non solo quella dell’avvento di Gesù nel mondo, ma anche quella che a questo avvento segue, ovvero la nostra, segnata da mille incertezze, paure, contraddizioni e prove.
I toni del racconto sembrano agli antipodi rispetto all’atmosfera incantevole e magica della notte santa, che incontreremo a Natale. Ma è proprio tutto così diverso? Forse non proprio tutto.
Lì infatti si accenna all’incertezza di una coppia di sposi che non ha un posto in cui far nascere il proprio figlio (nel brano di oggi si parla di donne incinte e che allattano e della loro sofferenza), e non molto tempo dopo i racconti natalizi ci faranno assistere all’angosciante fuga di questa Sacra Famiglia dai pericoli di un re intenzionato a sbarazzarsi del bambino (nel Vangelo che abbiamo letto si legge che il fratello darà a morte il fratello).
La magia dei racconti di Natale, dunque, non è legata a un irreale mondo da favola, ma nasce dall’amore che lega Gesù a Maria e a Giuseppe: è un amore più forte delle prove, delle contraddizioni e delle sofferenze che fanno la storia di sempre (“grazie agli eletti, che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni”).
Resistance è un brano dei Muse, tratto da un album ispirato allo splendido e famosissimo libro di George Orwell dal titolo 1984. Nel brano c’è una frase bellissima: “L’amore è la nostra resistenza”.
Oggi Gesù ci dice esattamente questo: saremo salvi, se resisteremo nel suo amore. Rimanere nel suo amore! È così che si superano le prove del mondo fino al Suo ritorno, ed è così che la ruvida mangiatoia della notte di Natale è diventata la culla più accogliente del mondo.
Don Alessandro
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
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