Domenica 11 dicembre 2022. V Domenica di Avvento. Il Precursore. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
VANGELO Gv 1,6-8.15-18
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Giovanni proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Lo spettatore si siede sopra la strada, un centinaio di metri dopo la fine della galleria. Tra poco i corridori usciranno tutti dal tunnel nero, che ha attraversato chissà quante montagne.
L’Evangelista ha raccontato allo spettatore che la corsa è già iniziata da un pezzo, in un tempo che non è tempo e in uno spazio che non è ancora spazio, là dove luce e tenebre si confrontano, senza nessuno a guardarle: una galleria infinita… che però a un certo punto è divenuta storia. E lì, di cose, ne sono successe tante. L’Evangelista le tralascia, ma sappiamo che in molti hanno spinto avanti il Campione. Taluni hanno subito gravi incidenti nel favorirlo, altri sono persino morti. Si tratta di una corsa senza esclusione di colpi a quanto pare, una competizione che può costare la vita.
Il gruppo di testa esce dal tunnel e lo spettatore si alza insieme agli altri in un boato di trepidazione. Gli occhi corrono al primo della fila, e lo spettatore è convinto che si tratti del Campione.
L’Evangelista parte a razzo con la cronaca perché, si sa, lo sprint finale funziona così: “Il suo nome è Giovanni”… Poi accosta un aggettivo: “testimone”! Lo spettatore cerca di capire, vorrebbe sapere di più di questo Giovanni (sarà lui? Il Campione è un testimone?), ma l’Evangelista tira dritto con una negazione, che per un attimo crea un vuoto inesorabile: “Non era la luce”. Ora lo spettatore è confuso, persino deluso: non sa dove guardare, pieno com’è di punti interrogativi che non hanno nemmeno il tempo di diventare domande.
Ma improvvisamente Giovanni scarta di lato e passa secondo: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”, conferma l’Evangelista. È stata una frazione impercettibile, ma quanto dura la scintilla di un’esplosione?
Il Campione adesso è davanti, sempre più solo, mentre il Battista perde terreno. Adesso è chiaro! Questo Giovanni era il gregario! Il gregario perfetto: quello che deve diminuire per far crescere il Campione.
E così è: “Colui che viene dopo di me, è prima di me”.
L’Evangelista ora non si contiene più, mentre il Campione decolla verso il traguardo: “Dalla sua pienezza abbiamo ricevuto grazia su grazia”. Il boato della folla è assordante. “Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”: un verdetto che allarga al volo l’inquadratura, quasi a voler abbracciare una corsa lunghissima, prima taciuta, della quale ogni singolo momento era decisivo.
Ed è un attimo: il Campione brucia il traguardo. “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”. Il fiato trattenuto si libera nello sfogo di un respiro.
Ed è gioia pura. Perfetta.
Don Alessandro Noseda
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
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