La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 6 giugno 2021

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Domenica 06 giugno 2021. II Domenica dopo Pentecoste. Anno B. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.


In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta».
(Lc 12, 22-31)

Un giorno Dio decise di dare un’occhiata alla Terra. “Certo, come l’ho fatta bella!” disse fra sé. Poi vide degli uomini che faticosamente stavano lavorando sotto il sole in una cava di pietre. “E quelli cosa fanno?” chiese all’angelo Gabriele. “Come, cosa fanno, Signore! Lo hai detto tu: Lavorerai con il sudore della tua fronte”. “Ma io scherzavo…”. Stava per tornare nei suoi palazzi quando vide un gruppo di rabbini, preti e imam che in una bella sala discutevano sul futuro dell’umanità. “E quelli chi sono, Gabriele?”. “Quelli, Signore, sono i soli che hanno capito che scherzavi…”.
(D. Vogelmann, Le mie migliori barzellette ebraiche)

Gesù non ha simpatia per quelli che “caricano fardelli sulle spalle della gente, e loro non li spostano neanche con un dito” (Lc 11,46). Tanto più quando lo fanno nel nome di Dio.

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Ma non gli piacciono neanche quelli così affannati e ripiegati sul loro lavoro da aver perso lo sguardo ampio della meraviglia e della gratitudine per il dono del mondo. “Il Signore pose il suo [di Dio] sguardo nei loro cuori / per mostrare loro la grandezza delle sue opere” (Sir 17,7).

Uno dei compiti fondamentali dei figli di Adamo è quello di imparare a guardare con una attenzione amorosa. Accogliere così la grandezza e bontà del Creatore – dirà Paolo ai Romani – e celebrare con gratitudine una vita piena, ricca, ben radicata nel terreno del cosmo, sia nel tempo della gioia che nella stagione del pianto. E così fiorire e portare frutto sotto il cielo.

Per Gesù il modo con cui si guarda è importante. C’è un modo di guardare il mondo, le cose e le persone, che è intessuto di bramosia. Guardo le cose per iniziare a possederle, accaparrarmele compulsivamente, e va a finire che non ne godo mai. Dio non guarda in questo modo.

Lo sguardo di Gesù riconosce invece la luce che sgorga dal fondo delle cose, il fremito di grazia che le attraversa da dentro in fuori, e che le rende il segno dell’Amore che le mantiene in essere. Il suo sguardo è pieno di rispetto e ammirazione per le cose visibili, perché gli raccontano di quelle invisibili. Non ha bisogno di accaparrarsele compulsivamente una via l’altra: si tuffa nelle cose, soprattutto nelle umili, e vibra di gratitudine e letizia per ciò che gli raccontano.

Il poeta e il profeta hanno sguardo capace di ascoltare. Lo Spirito vuole suscitare e nutrire in noi uno sguardo di questa natura, per accompagnarci a vivere di conseguenza. E questa è davvero una grande avventura.

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Il Signore ci accompagni.

Don Paolo Alliata

Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.

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