La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 7 aprile 2024

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Domenica in albis depositis. II di Pasqua. L’annuncio quantizzabile. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 20,19-31

“Forse l’amore é un artefatto di un’altra dimensione che non possiamo percepire consciamente… è l’unica cosa che possiamo percepire che trascende le dimensioni di tempo e spazio. Forse di questo dovremmo fidarci anche se non riusciamo a capirlo ancora”.
(Interstellar, Christopher Nolan, 2014)

“Beati quelli che pur non avendo visto crederanno”, dice Gesù in persona ai discepoli, tornando dalla morte. Si riferisce a noi. A noi che non lo vedremo al modo di Tommaso, mettendo il dito nelle sue piaghe. A noi che, duemila anni dopo, non possiamo nemmeno accertare che le cose siano andate come le donne hanno raccontato.

In nome di che cosa possiamo credere alla risurrezione di Gesù? Che cosa ci rimane? Sono domande forti ma decisive.

Se questo annuncio restasse soltanto “lettera scritta”, sarebbe inevitabilmente anche “lettera morta”: un libro come un altro; una bella storia forse, ma pur sempre impossibile da provare.

Nel brano in cui Gesù dice ai discepoli “beati quelli…”, c’è però anche dell’altro. Gesù dice anzitutto: “Pace a voi. Io mando voi. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati”.

Si tratta di un messaggio d’amore che chi ha visto deve trasmettere, perché chi non ha visto possa credere. Solo quando la catena dell’amore accompagna la lettera scritta, quest’ultima diventa viva, come vivo è il Risorto e viva la sua pace. Per questo i testimoni sono anche “mandati”.

Non basta raccontare. Bisogna che la vita dei cristiani, di testimonianza in testimonianza, diventi una catena di fatti di vangelo, in cui la pace e il perdono di Gesù si trasmettono come una scossa elettrica.

L’amore che i cristiani testimoniano, quell’amore che Tommaso ha toccato e riconosciuto nelle piaghe di Gesù, è ciò che rende affidabile il messaggio della sua risurrezione.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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