La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 20 ottobre 2024

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Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani. Il beneficio del dubbio. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 10, 22-30

Nel rito ambrosiano ricorre la domenica della Dedicazione del Duomo di Milano.

Mentre Gesù passeggia nel portico del tempio, i Giudei lo circondano. Anzi, l’evangelista sembra voler precisare che quasi lo accerchiano. La domanda ha l’aria della supplica: “Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”, ma la risposta di Gesù è lapidaria: “Ve l’ho detto e non credete”.

Gesù, nel nome del Padre, ha compiuto molte opere, che però non sono state prese in considerazione, quasi come fossero invisibili, o irrilevanti. Perché? Nel brano la risposta è chiara: “Perché non fate parte delle mie pecore”. Essa tuttavia solleva un’altra questione, ovvero: che cosa allora contraddistingue le “sue” pecore?

Il Maestro risponde anche a questo: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”.

L’esperienza di fede è dunque un legame, e nasce come un’amicizia. Per entrarci serve una disponibilità preventiva all’ascolto e uno sguardo accogliente che potrebbero anche non essere accordati.

La domanda dei Giudei è dunque attualissima: “Fino a quando terrai l’animo nostro nell’incertezza?”.

Lo chiediamo anche noi a Dio, quando abbiamo l’impressione che giochi a nascondino e vorremmo arrivarci senza mai concedergli nulla. Una cosa, però, forse dobbiamo concederla, e cioè il beneficio del dubbio che rappresenta la scommessa, al sorgere di ogni relazione.

Forse, al di là delle tante distinzioni che è importante fare nello spettro delle avventure di fede e di non-fede, una differenza che distingue il “credente” dal cosiddetto “non credente” è l’attitudine di fronte al dubbio.

Per uno è un beneficio, che pur riposando sull’incertezza può aprire un cammino (verso la cosiddetta “certezza di fede”); per l’altro è una strada sbarrata, oltre la quale non sarebbe saggio inoltrarsi.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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