La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 19 gennaio 2025

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II Domenica dopo l’Epifania. Il superfluo necessario. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 2, 1-11

«Sono disposto a credere in un Dio che sa danzare».
Friedrich Nietzsche (Così parlò Zarathustra)

Nella seconda domenica dopo l’Epifania la liturgia ambrosiana ci propone il brano delle nozze di Cana. La storia è molto nota: Gesù riesce a ridare gioia ad una festa che rischiava di finire perché di vino non ce n’era più.

È istintivo pensare ad un miracolo sprecato, quasi che Dio si dovesse chiamare solo in caso di infortunio, quando la ballerina prende una storta e cade per terra.

È l’idea di un Dio che arriva quando la festa è finita, perché il suo “habitat” non è quello della festa, ma quello di qualcosa di più serio, o al limite di più drammatico.

Ma il Vangelo ci racconta un’altra storia e tiene a dirci che Dio entra in scena proprio perché la festa continui e la ballerina continui a volteggiare, le sue caviglie si muovano leggere al passo di danza.

Carlo Maria Martini scrive che il vino delle nozze di Cana rappresenta “il superfluo necessario” per l’esistenza umana. Il Dio che Gesù Cristo annuncia è necessariamente, quindi, un Dio che sa danzare e propone all’uomo una danza che non finisce: non fa “sopravvivere” l’uomo, ma lo vuole protagonista di una vita piena.

«La gloria di Dio è l’uomo vivente», ha scritto sant’Ireneo.

Se credere significa “fidarsi”, si può credere soltanto in un Dio così.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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