La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 16 marzo 2025

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II Domenica di Quaresima.
Domenica della Samaritana
. La brocca dimenticata. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 4,5-42

Seconda domenica di Quaresima, nel rito ambrosiano.

Avevamo lasciato Gesù coi suoi angeli, nel luogo desolato in cui aveva respinto il diavolo, all’inizio della sua missione. Lo ritroviamo ancora sotto un sole ugualmente cocente, mentre si siede stanco presso un pozzo, alla ricerca di un sorso d’acqua prezioso.

Sopraggiunge una donna. Sarà un angelo anche lei?

Non lo sappiamo ancora, ma dai primi convenevoli pare proprio di no: se rispondere è cortesia, le parole della Samaritana svelano immediatamente una comprensibile diffidenza e un malcelato fastidio.

Che cosa ci fa lì quello straniero? Che cosa vuole da lei?

È venuta al pozzo nell’ora più calda per una ragione precisa: voleva starsene per conto suo e sapeva che sotto il sole di mezzogiorno non avrebbe incontrato nessuno. E invece… Tolti di mezzo i compaesani, ecco comparire un improbabile straniero, che ha pure delle pretese!

L’impiccio potrebbe essere breve, ma inaspettatamente ne nasce un lungo dialogo; forse per via del fatto che la donna vede qualcosa di attraente in Gesù: invece di congedarsi, accontentandolo senza tante storie, accetta la sfida come giocasse a “prova a prendermi” e chiama in causa il pregiudizio culturale, arma di ordinanza di tutti i tempi e di tutti i posti. Gesù, però, non si lascia scoraggiare e supera l’ostacolo: anche lui avrebbe qualcosa da offrire alla donna, se solo lei volesse!

Che cosa significa? È una dichiarazione di superiorità? La donna non ci sta ancora e mette i puntini sulle “i”, precisando che è lui “quello che ha bisogno” e sta cercando acqua in un pozzo che ha pure una storia di tutto rispetto e appartiene a lei e alla sua gente.

Gesù continua a non raccogliere le provocazioni ed è tutto preso nei suoi discorsi, quasi fosse sulla luna: afferma di avere un’acqua speciale, che sazierà la sete di chi la beve per sempre.

Forse alla Samaritana viene il sospetto che lo straniero sia fuori di testa e sta al gioco: “Dammi quest’acqua! Così non dovrò più venire al pozzo!”.

E lì Gesù torna sulla terra: “Va a chiamare tuo marito e poi torna qui!”.

È la terra sacra dell’intimità di una persona, per raggiungere la quale il Signore ha lasciato cadere tutto, perché nulla era più importante.

Da lì in poi il dialogo cambia, perché la Samaritana entra in gioco per “chi” è veramente.

E il Signore dimostra di conoscerla bene, al punto che anche lei lascia cadere la brocca e corre in città ad annunciare chi ha incontrato.

Epilogo: nessuno dei due ha bevuto e si scoprirà che Gesù non ha nemmeno mangiato. Come fanno entrambi ad avere tante energie? Hanno mollato tutto: la fame, la sete, i pregiudizi, le necessità, e guarda un po’, si scopre che erano tutte cose che potevano passare in secondo piano.

C’è una frase che ho sentito una volta da Ermes Ronchi che mi ha molto colpito: “Se nella vita noi cambiamo poco è perché incontriamo poco e incontriamo male”.

Credo che i veri incontri, quelli che ci cambiano e di cui il mondo oggi ha bisogno per cambiare, siano quelli in cui si lascia cadere tutto per arrivare nel terreno sacro del cuore di ciascuno.

Allora si scoprono le uniche verità importanti, come quella della Samaritana, che dopotutto era veramente un angelo.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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