Domenica 5 gennaio 2020. Domenica dopo l’Ottava del Natale del Signore, Anno A. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.
In quel tempo. Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca (Lc 4,14-22)
«Egli vuole davvero riempire l’universo di una quantità di nauseanti piccole imitazioni di Se stesso – creature la cui vita, in miniatura, sarà qualitativamente come la Sua, non perché Egli le assorbirà, ma perché le loro volontà si conformeranno liberamente alla Sua. Noi vogliamo mandrie che finiranno per diventare cibo; Egli vuole servi che diverranno, infine, figlioli. Noi vogliamo assorbire, Egli vuol concedere in abbondanza. Noi siamo vuoti e vorremmo riempirci; Egli possiede la pienezza e trabocca» (C. S. Lewis, Le lettere di Berlicche)
Berlicche è un diavolone esperto, impegnato a mettere il nipotino Malacoda, tentatore alle prime armi, a parte dei segreti della professione. Gli scrive quindi lettere intessute di consigli, suggerimenti di strategie, orientamenti sul da farsi perché “il paziente” che le gerarchie infernali hanno affidato alle sue “cure” – cioè alla sua opera mefistofelica – sia trascinato infine tra i tormenti dell’Inferno.
L’astutissimo Berlicche è disgustato: sa bene che il suo Nemico – Dio – è impegnato a fare degli uomini creature la cui vita, in miniatura, sarà qualitativamente come la Sua. Il Signore della vita vuole che i figli di Adamo si aprano alla Sua grazia e maturino così al meglio di se stessi. Li vuole liberamente innamorati dell’Amore. La Sua strategia è l’invito schietto e aperto. Quelle di Berlicche e delle Potenze di Laggiù, al contrario, sono l’inganno e il sotterfugio; le loro intenzioni, assorbire, incatenare e ridurre in schiavitù.
Nella sinagoga di Cafarnao, racconta l’evangelista Luca, Gesù si alza ad annunciare che qualcosa di nuovo e definitivo è iniziato nella Grande Partita sulla scacchiera del mondo. Dio ha fatto la Sua mossa: il Messia sorge per far risuonare tra le colline di Galilea l’invito alla libertà e alla vittoria. «Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione».
Egli vuole concedere in abbondanza […] Egli possiede la pienezza e trabocca, per dirla con Berlicche.
La Grande Partita ha preso il suo avvio. Da che parte starò?
Il Signore ci accompagni.
Don Paolo Alliata
Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.
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Bellissimo commento . Lewis scrive anche della guerra