Domenica 16 agosto 2020. XI Domenica dopo Pentecoste, Anno A. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.
✠ In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10, 16-20).
Mio Dio, questa epoca è troppo dura per gente fragile come me. Ma allo stesso tempo so che, dopo questo tempo, ne verrà un altro. Vorrei tanto continuare a vivere per poter trasmettere in questa nuova epoca della storia tutta l’umanità che serbo dentro di me, nonostante tutto ciò con cui quotidianamente convivo. Ed è ancora questa l’unica cosa che possiamo fare per preparare la nuova stagione: prepararla già dentro di noi. E in un certo senso, sto già sperimentando dentro di me la leggerezza, assolutamente senza alcuna amarezza, e sento forze di amore enormi in me. Vorrei tanto poter continuare a vivere per aiutare a preparare il tempo nuovo che certamente verrà – non lo sento forse già crescere in me, tutti i giorni? (Etty Hillesum).
È sempre commovente vedere come la giovane ebrea conculcata nel campo di concentramento nazista attinga alle profondità nascoste del suo spirito indomito le risorse di cui gli aguzzini non hanno alcun sospetto. Etty Hillesum (1914-1943) vive di una libertà vasta e sconfinata tra i reticolati umilianti di Westerbork. Respira la fiducia che Gesù aveva promesso ai suoi (Etty è certo “tra i suoi”, lei che non è battezzata e non si pone questioni di appartenenza alla Chiesa) prevedendo le minacciose circostanze che sarebbero calate su di loro.
“Come pecore in mezzo ai lupi”, dice Gesù. Un’epoca “troppo dura per gente fragile come me”, dice Etty. La sproporzione tra la ferocia dei tempi e il soffio della persona conculcata. Ma dentro la vibrazione di quel soffio stento fiammeggia il calore mite e inestinguibile della fiducia in ciò che si muove alle radici: “Sto già sperimentando dentro di me la leggerezza […] sento forze di amore enormi in me”. Gesù ne aveva parlato con altra immagine: “È lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”, quel fuoco che vi arde in petto è la Parola di Colui che non vi lascia.
Nel mondo sono ancora spaventosamente numerosi i focolai di persecuzione dei confronti di chi professa il suo credo religioso, cristiano e non. Come anche i regimi oppressivi che conculcano etnie e popoli, come non si fossero mai spenti i tempi troppo amari di Etty. Dentro i contesti di questo vergognoso dolore, ancora arde la parola del Maestro, dentro il soffio dello Spirito di Verità: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
A noi la responsabilità di accogliere quella nascosta potenza seminata, quel nuovo che già albeggia (“Non lo sento forse già crescere in me, tutti i giorni?”). “È ancora questa l’unica cosa che possiamo fare per preparare la nuova stagione: prepararla già dentro di noi”.
Il Signore ci accompagni.
Don Paolo Alliata
Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.
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