Il Cristóbal fuggiasco

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Il progetto era già stato annunciato nella primavera scorsa, ma l’opposizione di una parte considerevole della popolazione ne aveva rimandato la messa in pratica. Una delle più famose statue d’Argentina, quella di Cristóbal Colón, il “nostro” Cristoforo Colombo, cambierà casa. Forse. Probabilmente. Collocata nel 1910 di fronte alla celebre Casa Rosada, sede della Presidenza della Repubblica a Buenos Aires, la statua dello scopritore delle Americhe (o delle Indie) dovrà cedere il posto d’onore a Juana Azurduy, eroina sudamericana dell’indipendenza di Argentina e Bolivia.

La decisione della presidentessa argentina Cristina Kirchner segue un analogo pronunciamento del 2009 del collega venezuelano Hugo Chavez. In quel caso a cadere fu il Colombo di Caracas, «uno sterminatore peggio di Hitler» – secondo quanto si può leggere nelle motivazioni – iniziatore del «peggior genocidio della storia» («el jefe del genocidio más grande que se recuerde en la historia»).

Anche se di toni più miti, le ragioni argentine non si discostano nelle interpretazioni da quelle del battagliero venezuelano e appaiono riconducibili alla necessità di rompere con una lettura della storia sudamericana, ritenuta esclusivamente euro-centrica, e di inserirsi in un più ampio revisionismo, che fra le altre cose ha condotto a ribattezzare il 12 ottobre – un tempo ricordato come il giorno della scoperta dell’America – come il Día del Respeto a la Diversidad Cultural. A farne le spese la statua di Colombo, simbolo del Vecchio Mondo. Un mondo ritenuto ormai vecchio.

Va da sé che ad opporsi al progetto di sostituzione, sin da subito, è stata la nutrita comunità italiana latino-americana. La statua, realizzata in pregiato marmo di Carrara dallo scultore fiorentino Arnaldo Zocchi, è un dono della stessa comunità di immigrati italiani e da sempre il simbolo del legame fra le due sponde dell’oceano. Un legame che però, a quanto pare, non evoca nella mente di tutti immagini positive.

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I più maliziosi hanno voluto vedere nella decisione della presidentessa una rivalsa contro uno degli argentini recentemente divenuti più celebri, un certo ex-cardinale Bergoglio, fra i più noti esponenti di quella cultura di incontro, geografico e soprattutto culturale, fra Italia emigrante e Sudamerica. In pochi hanno creduto alla plateale riappacificazione fra la Kirchner e Bergoglio in seguito alla sua elezione a pontefice, ed è noto come le relazioni di Bergoglio con i coniugi Kirchner non siano mai state né buone né facili, avendo nell’approvazione delle unioni omosessuali nel Paese soltanto l’ultima delle numerose tappe di intenso attrito.

Ma della statua del “perfido” Cristóbal che ne sarà? Nelle intenzioni del governo dovrebbe essere presto trasferita a Mar del Plata, rinomata – e modaiola – località di mare a 600 km da Buenos Aires. Se da là Colombo non potrà scorgere Genova, per lo meno si godrà le feste in spiaggia. Un piccolo viaggio per lo scopritore delle Americhe.

Tutto risolto, dunque. Non proprio. In realtà, per il momento, la statua giace in fase di restauro sul retro della Casa Rosada. Un restauro che, complici anche l’opposizione della cittadinanza e di parte del mondo politico, si annuncia lungo. Esploratore, eroe o criminale, Cristoforo Colombo qualcosa ha insegnato: in caso di problemi, procrastinazione. Italia docet.

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