Godspot: Wi-Fi gratis per una Chiesa ridotta al lumicino

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Cosa si ottiene combinando cristiani in calo da anni e ricchezza in crescita? Il Wi-Fi gratis nelle chiese protestanti e cattive idee. Come Godspot.

Le statistiche sulla diffusione e la pratica del Cristianesimo in Germania lasciano poco spazio a dubbi: è crisi. Da anni. Nelle scorse settimane la Chiesa evangelica tedesca dichiarava una diminuzione degli appartenenti e anche gli ultimi dati resi disponibili dalla Conferenza episcopale tedesca riferiti al 2014-2015 confermano la tendenza. Se matrimoni e battesimi stagnano, a diminuire sono i fedeli, le ordinazioni sacerdotali e la partecipazione agli altri sacramenti, per non parlare di quella alla Messa. Una Chiesa che il card. Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, definisce «in movimento». Un movimento verso il basso, che nemmeno la presenza di un nutrito numero di immigrati cristiani – 2,6 milioni dei 6,2 milioni di stranieri residenti in Germania (7,7% della popolazione totale) – sembra riuscire ad invertire. Le due maggiori Chiese cristiane in Germania – quella cattolica e quella evangelica, che raccoglie 20 Chiese protestanti di diversa denominazione – nel 2014 contavano rispettivamente 23,9 milioni e 23 milioni di membri su un totale di 81,1 milioni di abitanti in Germania. Cifre in calo rispetto all’anno precedente e a quelli ancora prima, che non fanno ben sperare per il futuro.

Anche nel 2015, però, Chiesa evangelica e Chiesa cattolica possono vantare dati molto positivi sul fronte economico. Poche settimane fa i portavoce delle due Chiese hanno confermato le indiscrezioni apparse sulla stampa che parlano di entrate fiscali record, con più di 11,5 miliardi di euro incassati dalle due Chiese, nonostante la diminuzione degli appartenenti. Un incremento di circa 692 milioni di euro, pari al 6,4%, rispetto al 2014 (10,8 miliardi di euro). È il risultato della Kirchensteuer, la criticata tassa sulle religioni, il sistema di finanziamento delle religioni in Germania, che lo scorso anno ha portato nelle casse della Chiesa cattolica 6,1 miliardi di euro (+7,1% rispetto al 2014) e in quella evangelica 5,4 miliardi di euro (+5,7%).

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Come conciliare questi dati con l’emorragia di fedeli degli ultimi anni? Il successo economico delle Chiese in Germania dipende in gran parte dal successo economico che coinvolge l’intero Paese, con positive ricadute sui salari e i redditi dei cittadini tedeschi. In base alla Kirchensteuer, gli appartenenti alle due maggiori Chiese tedesche pagano, a seconda del Länder di residenza fiscale, l’8 o il 9% del loro salario o del reddito complessivo come tassa per la Chiesa, con agevolazioni previste per condizioni personali e familiari particolari. Il mancato pagamento della tassa comporta la cancellazione dall’elenco e la cessazione dei servizi religiosi, fra cui i sacramenti. La Kirchensteuer costituisce la principale fonte di mantenimento per i colossali – e costosissimi – apparati delle Chiese.

Nell’incostanza delle economie europee e mondiali, i colossi ecclesiastici tedeschi rischiano di riposare su piedi di argilla. Non stupisce, dunque, che le Chiese in Germania siano alla continua ricerca di popolarità. I due Sinodi sulla famiglia hanno evidenziato come sia proprio la Chiesa cattolica tedesca a farsi portatrice delle istanze di cambiamento sorte nella società, tanto più che «la maggior parte dei cattolici si aspettano in Germania una maggiore comprensione da parte della Chiesa» in tema di famiglia, convivenza in partnership, genitorialità e sessualità. «Coppie, coppie di sposi e famiglie vogliono un maggiore accompagnamento senza vedersi puntato contro l’indice morale», stando a quanto dichiarato dalla Chiesa cattolica tedesca. E magari tenersi libere le dita per altro. Il cellulare, per esempio.

Dev’essere nata da questa considerazione, oltre che dallo sforzo per il rinnovamento che caratterizza molte Chiese protestanti in vista del 500° anniversario della Riforma che ricorrerà il prossimo anno, l’idea di Godspot (letteralmente “punto-Dio”), l’offerta di Wi-Fi gratuito negli edifici di culto in Germania, per ora circoscritta a 220 chiese evangeliche attorno a Berlino, ma che nelle intenzioni sarà estesa a migliaia di luoghi di culto e istituzioni ecclesiastiche tedeschi entro il maggio 2017.

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«Le persone non sono meno spirituali di prima, ma il punto della Riforma era che la Chiesa deve evolversi continuamente», ha dichiarato a Motherboard Christoph Heil, portavoce del progetto. «Proprio come le persone hanno guardato ai campanili e ascoltato le campane prima che esistessero gli orologi da polso, vogliamo mostrare che le chiese possono continuare ad essere un luogo di aggregazione per la comunicazione».

Un modo come un altro per attirare nuove persone attorno alle chiese, se non proprio all’interno, a scaricare musica e condividere foto, se non proprio a pregare. Un modo anche per sopperire ad una grave lacuna della ricca e avanzata Germania, attardata sul piano dell’internet pubblico. Tutta colpa della Störerhaftung, la legge tedesca che ritiene responsabile chi offre l’hotspot Wi-Fi per gli illeciti commessi in rete da chi lo utilizza. In altre parole, se un utente scarica illegalmente musica o film ad essere accusato di pirateria è il fornitore dell’accesso Wi-Fi pubblico. Proprio questa legge potrebbe essere presto ammorbidita e la Chiesa evangelica intende farsi trovare in prima fila.

Dalla Chiesa, però, provano a correggere il tiro. «Non tutto quello che una Chiesa fa è per guadagno personale», ha dichiarato Fabian Kraetschmer, responsabile dei sistemi informatici della Chiesa evangelica. «Le chiese sono sempre state luoghi che le persone possono ignorare oppure nei quali entrare per trovare riparo dal caldo, godere l’arte, riposarsi. Da sempre sono percepite in modi differenti. E così sarà anche con Godspot».

Tutto tace, finora, sul fronte cattolico. I dogmi della libera concorrenza varranno anche in questo caso? Lo scopriremo fra qualche mese. Nel frattempo, se le speranze della Chiesa evangelica in Germania vengono riposte anche nel Wi-Fi gratuito siamo di fronte ad una Riforma ridotta al lumicino. Ma esisterà una app anche per questo.

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