Imparare da Giovanni Paolo II il valore della libertà

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Giovanni Paolo II un “fascista di m***a”: è il rigurgito fuoriuscito dalla bomboletta spray di un gruppo di contestatori al seguito della manifestazione pro Palestina del 4 ottobre a Roma. Un gesto che tradisce ignoranza e immaturità, nella migliore delle ipotesi, come pure vandalismo e violenza, rese più feroci dall’ottusità. Ma perché?

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Da “clandestini” a cittadini. La lunga strada in salita

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3 ottobre 2013: la morte di 400 persone al largo di Lampedusa. 4-5 ottobre 2025: la Chiesa celebra il Giubileo dei migranti e del mondo missionario. Sebbene non rifletta appieno la varietà della mobilità umana, dire “migranti” equivale – nella narrazione comune – a dire “immigrati stranieri”. Ma com’è cambiata l’immigrazione in Italia negli ultimi 25 anni, fra un Giubileo (ordinario) e l’altro?

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La faccia brutta della fine

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L’Amministrazione Trump inaugura la “Presidential Walk of Fame” (così la definisce su X l’assistente presidenziale, Margo Martin), un lungo corridoio con le foto dei presidenti degli Stati Uniti. Un’americanata che potrebbe stare bene soltanto su un marciapiede di Los Angeles o nell’ala ovest della Casa Bianca. Ma c’è dell’arte che merita di essere osservata.

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La storia di un Papa è la storia di tutti

Leone XIV, famiglia, storia, madre, padre, nonno, Prevost
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Un cognome francese pronunciato con accento statunitense, ma che si potrebbe declinare allo stesso modo in diversi dialetti dell’Italia Settentrionale. Che sia il prévôt del francese moderno o il preost dell’inglese in uso tra la fine dell’XI secolo e il XV, che riecheggia nel prevòst milanese e piemontese e nel preòst di altre parlate lombarde. Simile è il significato – in italiano, prevosto è un presbitero in possesso di un ruolo preminente in una chiesa o in un territorio, ma in origine indicava anche un amministratore reale, in campo giuridico e militare – e medesime sono le radici, nel latino præpositus, participio passato di præponere, “mettere a capo”, ma pure dal latino tardo presbyter, da presbyteros, comparativo di presbys, ossia “anziano” (da qui, anche l’italiano prete), che in greco antico suonano πρεσβύτερος (presbúteros) e πρέσβυς (présbus), con uguale riferimento alla maturità.

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